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Fidarsi della vita

  • vannapalmieri
  • 11 giu 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Ciascuno di noi ha sperimentato, almeno una volta, la sensazione che la vita spingesse per esprimersi attraverso di noi in modo nuovo.

Almeno una volta abbiamo sentito una spinta impellente al cambiamento. Non necessariamente cambiamenti estremi, anche piccoli, minuscoli cambiamenti nel nostro essere quotidiano. Dinnanzi a quella spinta, mentre il desiderio avanza, avanzano paure e timori. Senza rendercene conto, iniziamo a respingere, comprimere l'energia vitale che spinge. Se reprimiamo a lungo, giungeranno i sintomi ... e inizieremo a chiederci: Perché ho l'ansia? Perché non dormo? Perché sono sempre arrabbiato? Perché sono sempre a disagio? Accade perché la vita spinge e noi comprimiamo, respingiamo. Potrebbe aiutarci un'immagine. Immaginiamo la vita come un fiume, un flusso in cui siamo immersi. Per reggere le correnti ciascuno di noi si aggrappa ad un "ramo" (pensieri, convizioni, idee). Spesso quel ramo ci impedisce di accogliere le "spinte" che la vita ci propone. Ma non ne abbiamo percezione, non ne abbiamo consapevolezza.

Ci diciamo che non possiamo compiere cambiamenti perché la corrente non è abbastanza forte, perché ci sono dei massi che ci bloccano e ostacolano il movimento. Il nostro sguardo è quasi sempre rivolto all'esterno (persone, relazioni e circostanze che non ci favoriscono). Iniziare un lavoro di consapevolezza significa mettersi nella condizione di guardare le proprie "mani'. Quando finalmente vedrò le mie mani aggrappate al "ramo", la vita ci chiederà un'assunzione di responsabilità della vita stessa. Può essere più semplice dirsi sono bloccato, invece che sono aggrappato. Dinnanzi a tutto ciò, un interrogativo immediato ci assalirà. Che faccio? Che devo fare? Ancor prima di "fare", possiamo alimentare un sentimento di fiducia verso la vita, verso quella spinta vitale che bussa prepotente. Solo quel sentimento di fiducia ci può aiutare pian piano a staccare un "dito" alla volta dal ramo, esplorando nuove azioni, nuovi pensieri e, solo dopo, nuove emozioni. Sì ... solo alla fine le emozioni potranno mutare. Spesso abbiamo la pretesa di cambiare l'emozione (non mi arrabbierò più, non voglio più angosciarmi, non voglio più essere triste, etc.) L'emozione è energia, un processo involontario che non possiamo bloccare. Se è lì, ha una ragion d'essere. Possiamo, però, scoprire cosa vi è dietro. Dietro le emozioni, vi sono pensieri e convinzioni radicate che giungono da lontano (es. non sono capace, nessuno mi comprende, non devo mai mostrarmi fragile perché potrebbero approfittarne, se cambio resterò solo, come faranno gli altri senza di me, etc). Sperimentare ogni giorno nuove piccole azioni può stimolare nuovi pensieri, nuove visioni e solo a quel punto potranno sorgere spontaneamente nuove emozioni, nuovi stati d'animo. La vita è un meccanismo perfetto, che spinge per farci evolvere, sempre! Proviamo ad affidarci.

 
 
 

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