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Dalla Contrazione all'Espansione

  • vannapalmieri
  • 30 nov 2022
  • Tempo di lettura: 3 min
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Da qualche settimana, questo pensiero sulla contrazione e l'espansione mi evoca diverse riflessioni.Per esprimerle, mi farò accompagnare dal pensiero di W. Reich, noto psicanalista.


Egli osservò che che tutte le sensazioni fisiche di piacere e le emozioni “positive” generano un’espansione dell’organismo, con il conseguente senso di “apertura” e l’aumento della carica elettrica sulla pelle.

Al contrario, sensazioni fisiche sgradevoli ed emozioni “negative” generano una contrazione dell’organismo, con il conseguente senso di “chiusura” e la diminuzione della carica elettrica sulla pelle.

Tutti i processi biologici sono caratterizzati da movimento. L’assenza di movimento energetico genera la stasi che, se prolungata nel tempo, porta alla morte dell’organismo.


Questo movimento bioenergetico è composto da un momento di espansione-apertura e un successivo momento di contrazione-chiusura, che si alternano. E questa è la pulsazione organica.

Le cellule, i polmoni, il cuore e molti altri apparati e organi seguono questo andamento.


Un organismo “aperto” è un organismo in contatto con se stesso e con l’ambiente, con cui scambia “nutrienti” necessari alla sopravvivenza sia dell’organismo sia dell’ambiente (entrambi prendono qualcosa e danno qualcosa).


Un organismo “chiuso” è un organismo confinato dentro se stesso, che scambia con l’ambiente il minimo indispensabile alla propria sopravvivenza.


L’organismo è sano quando mantiene la sua pulsazione organica, quando cioè rimane capace di aprirsi e di chiudersi nel rispetto delle proprie necessità.


Ma cosa porta gli organismi viventi a chiudersi o ad aprirsi?

Pensiamo ad una lumaca: toccate le sue antenne una prima volta, lei le ritrae e dopo poco le apre di nuovo; toccate le antenne una seconda volta, lei le ritrae ma ad aprirle di nuovo ci mette più tempo, perché non si fida; toccate le antenne una terza volta, la lumaca le ritrae e non le apre più finché percepisce la vostra presenza, sentita come un pericolo.


Per l’essere umano è la stessa cosa. Se ha bisogno di difendersi dal dolore e dalle frustrazioni e di arginare la paura, l’organismo umano reagisce sul piano energetico, psichico e corporeo con la contrazione ed il ritiro della propria energia biologica.


Senza immaginare grossi traumi, pensiamo a qualcosa di semplice.

Quando stiamo guardando un film o leggendo un libro e sentiamo salire la commozione e le lacrime, cosa facciamo per non piangere e per non far vedere agli altri che ci siamo commossi? In modo “spontaneo e inconsapevole” contraiamo i muscoli della gola sentendo il “groppo in gola”.


Quando invece l’essere umano sperimenta sensazioni piacevoli, emozioni di gioia, sente che l’ambiente in cui si trova è caloroso, gli fornisce supporto, sostegno e accoglienza, accettandolo per quello che è, e che può esprimere liberamente le proprie emozioni, l’organismo umano reagisce con un movimento di apertura e di gioia a livello psichico e con una espansione a livello energetico e muscolare.


Quando a causa di conflitti psichici o di emozioni represse l’energia non riesce più a muoversi liberamente e a mantenere il suo naturale fluire, si crea un blocco energetico che si riflette anche ad altri livelli: a livello muscolare generando una contrazione cronica in una determinata area corporea; a livello emozionale attraverso la difficoltà sempre maggiore di sentire le emozioni; a livello cognitivo con la creazione di pensieri e modi di vedere molto strutturati e rigidi, a livello vegetativo attraverso conseguenze sul funzionamento del sistema nervoso e, infine, a livello spirituale disconnettendosi dalla vita.


Il lavoro su di Sé, mediante pratiche di consapevolezza (quali ad es. psicoterapia, meditazione, discipline psicomotorie, etc.) consente di ricontattare i nostri blocchi.

Il contatto prolungato e delicato con essi può favorire il riconoscimento e la liberazione dei nostri “flussi energetici", nel corpo, nella mente e nel cuore.


Ed è proprio questo doppio lavoro di riconoscimento e liberazione che ci consentirà, pian piano, di ritrovare quel movimento naturale che ci conduce dalla contrazione all'espansione.


Un movimento che tutti possediamo, il movimento in cui abita la felicità.



 
 
 

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